domenica 16 novembre 2008

Il Pedobear e il volto ipocrita della pedofilia


Il Pedobear




Sono sicura che non lo sapete ma il Pedobear, divenuto un meme famosissimo nella gioventù telematica di mezzo mondo, è anche una grande operazione di marketing e immagine, supportata direttamente dal "portale internazionale" del *Boy* *Love* *Day*, che ha distrutto per sempre l'immagine tenera di una bimba che va a nanna con il suo orsacchiotto.



Infatti il sito web pedobear.org è linkato insieme alle più grandi organizzazioni di pedofili sul portale e, per giunta, è utilizzato dagli Orchi come oggetto di scherno contro coloro, che si occupano di contrastare il fenomeno della pedofilia e della pedopornografia online.



Vero: cliccando il link al sito di Pedobear dal portale pedofilo, si accede alla classica pagina di avvertimento sui contenuti per adulti del sito, che vi chiede il consenso. La pagina però non redirecta affatto sul sito di Pedobear, ma muore nel nulla.

Sappiamo bene che la pubblicistica, specie quando è molto commerciale, produce sempre i suoi effetti. Ed è dal Lucca Comics, che ci perviene l'allarme su tali effetti e ce ne parla Sorbi, persona che non manca mai agli appuntamenti minorili nonostante i suoi 30 anni suonati.



La storia di Pedobear è presto detta, il personaggio nasce negli ambienti decerebrati di 4chan per la firma di GreasyGrandma.com, il quale dichiara di non sostenere la pedofilia e lo fa con una ennesima pagina da decerebrato nella quale insulta con il titolo di Idiota i lettori. La sua storia si legge tutta in questa "striscia".



Ma l'effetto di un meme è devastante e soprattutto non se ne possono controllare i risultati. Io lo so, per questo ho randellato forte sul Meloni e sul Gallus, perché l'atto criminoso di istigare a delinquere amplificata da un meme si sa dove inizia e non dove mai potrà finire. Nello stesso modo io ho messo il sale sulla coda di Ukitel del forum Yumeshima, oppure avrebbe normalizzato il concetto di *cintura* *fallica*, così cara ad Elena di Novara e a Giacomo di Viareggio.

Figlio diretto del Lucca Comics è l'episodio di cronaca in cui una ragazza ha denunciato mesi e mesi di sevizie, subite per mano dei suoi amici di comitiva. Un caso che presenta delle analogie con la storia dell'ingresso di vanilla (Noemi di Catania) nel gruppo Yumeshima, e la "danza dell'orso" imposta a lei dal regista Third_Eye.

Di fronte alla normalizzazione nichilista, al fattore Meredith e di fronte al Meme, si deve avere il coraggio di resistere. Quelli del Lucca Comics sono dei cretini, interessati solo ai soldi. Il Pedobear infatti, in quanto meme, adesca e rende "buono" il volto di chi invece è un osceno mostro: il pedofilo.



Io, per il mio carattere, produco solo meme che funzionano da "deterrente" ma il concetto di Meme, inteso come ripetizione ossessiva, è antico e risale alla trattatistica per emblemi, cioè alla primigenia pubblicistica divulgativa della fede dei Gesuiti. Nel diciassettesimo secolo infatti, i missionari di Matteo Ricci in Cina andavano ridendo al martirio e con ciò procuravano conversioni immediate, anche a costo di essere seguiti sul rogo. Sulla base del medesimo principio, oggi, Amanda ride in Tribunale, dal suo ruolo di imputata durante il processo per l'omicidio Meredith.



Il principio che oggi diviene "il meme" è l'essenza stessa del commercio, lo strumento di vendita. Per una volta voglio dichiararmi in armonia con il prodotto giapponese, quando esso mostra un volto umano. Nella foto qui sopra il Pedobear si fa "fischietto" anti molestie e, pur venduto nella sua confezione insieme ad altri 1000, agisce a contrasto di quanto invece propugna su web il portale internazionale dei pedofili. Divenendo così l'estrema misura dell'allarme per un bambino molestato da un adulto.

Rammentate però che il Pedobear adesca e non fa nulla per nasconderlo, rappresentando così tutto il suo pericolosissimo potenziale.



Soprattutto, di fronte al pericolo puro è necessario combattere: "Chi se ne frega di aver dovuto dare il giusto lordo alla reputazione di un avvocato". La mitomania è una brutta bestia, ben lo ricorderanno i miei colleghi giornalisti, quando le interviste sul caso Cogne provocarono una stagione insanguinata da figlicidi e suicidi materni. Rammento di aver scritto allora, che il parrucchiere della Bonaudo, allora procuratore capo di Aosta e magistrato integerrimo, aveva commesso più di un omicidio infantile per non aver cacciato le telecamere dal marciapiede di fronte alla Procura. E non c'è colpa di ciò nella signora magistrato, perché in Italia spesso il termine libertà di stampa viene frainteso con libertà di gossip.



Quindi. Capito /b/ ?

Sageare non vuol dire non dover mai dire "mi dispiace", ma alle volte può divenire come quel rogo dei Gesuiti in Cina, che bruciò le loro stesse carni.
Tutto chiaro ? In fondo Lunadicarta predica una legge perfetta:

"Attenzione significa soltanto: "Attenzione".


Lunadicarta aka Loredana Morandi

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